Realizzazione di locali a servizio dell’Azienda Agricola Vinicola Maso Martis

Operazione 4.2.1: Sostegno a investimenti a favore della trasformazione/commercializzazione e/o dello sviluppo dei prodotti agricoli

Obiettivo 3A: Migliorare l’integrazione dei produttori primari nella filiera agroalimentare attraverso i regimi di qualità, la promozione dei prodotti nei mercati locali, le filiere corte, e associazioni di produttori e le organizzazioni inter-professionali

La storia dell’azienda agricola Maso Martis comincia negli anni Ottanta, quando l’imprenditore Giuseppe Stelzer intravede un’opportunità di investimento. Vende una proprietà nel Veneto ed acquista 15 ettari di terreni, compresi di bosco e casa colonica, situati sulla collina Est di Trento, a Martignano. Il paese si trova a 450 m di altitudine, ai piedi del Monte Calisio (detto Argentario) ed è un luogo caratterizzato da terreno calcareo, ricco di scheletro e roccia rossa trentina, e da un’ottima esposizione al sole, elementi perfetti per la coltivazione dei vigneti.

Fin dagli esordi i titolari, AntonioStelzer e Roberta Giuriali,si sono dedicati quasi esclusivamente alla produzione di spumante metodo classico, una grande sfida in quegli anni, durante i quali questa tipologia di prodotto del Trentino non aveva ancora raggiunto la reputazione di alta qualità che ha oggi con il marchio Trentodoc. Inizialmente parte delle uve erano destinate al conferimento, ma anno dopo anno, con l’aumentare della domanda di mercato, cresce anche l’esigenza di aumentare la produzione e l’azienda decide di destinare tutte le sue uve alla trasformazione propria, arrivando a produrre 70.000 bottiglie totali circa, fra spumante metodo classico e vino.

La cantina si sviluppa su più livelli, nella parte rialzata dedicata alla vinificazione trovano posto: la pressa pneumatica , banco di cernita, nastro trasportatore , pompe e filtri con diverse caratteristiche di utilizzo, e le tank in acciaio di varie capacità per un totale di circa 80.000 litri. Sullo stesso piano troviamo l’imbottiglitrice una piccola linea di sboccature manuale e un piccolo laboratorio. Al piano fronte piazzale una parte è interrata e ci sono le barriques e dei cestoni di bottiglie, nella parte fuori terra condizionata trova posto il giropallet per il remuage e i cestoni di bottiglie a servizio di quest’ultimo (pre e post remuage) e l’etichettatrice. Tutti gli spazi del maso risultano ormai occupati.

Dalla vendemmia 2013, dopo 3 anni di conversione, l’azienda riceve la certificazione biologica ICEA per il vigneto e la cantina, e partecipa attivamente all’imminente nascita del Biodistretto di Trento. La salubrità dell’ambiente e del vino che vendono al cliente sono per l’azienda un cardine della filosofia produttiva e un valore aggiunto per il cliente finale. Fino a qualche anno fa l’azienda produceva utilizzando esclusivamente le proprie uve, ma per poter soddisfare l’aumento della domanda, soprattutto dei prodotti Trentodoc, attualmente acquista una parte delle uve trasformate (5/10%) da piccoli produttori, anch’essi certificati biologici e ubicati nelle vicinanze, in attesa di terminare il lavoro di riconversione dei vigneti e avere a disposizione l’intera produzione aziendale per soddisfare le nostre esigenze. Lo scopo principale è quello di offrire sempre un prodotto di altissima qualità.

L’idea di aumentare la produzione nasce sì a scopo commerciale, ossia per soddisfare la crescente domanda di mercato, ma anche per creare lavoro per la seconda generazione, con l’introduzione di Alessandra, la primogenita, dal 2015 in seguito alla laurea in Relazioni Pubbliche e Comunicazione d’Impresa, e finiti gli studi ,di Maddalena.

In azienda attualmente lavorano un enotecnico Matteo Ferrari e un agrotecnico Andrea Cristelloni assunti a tempo indeterminato e alcuni stagionali a seconda della necessità.

La scelta aziendale è quella di incrementare la produzione dello spumante metodo classico Trentodoc, core business dell’azienda, a discapito del vino che non rappresenta il mercato principale, creando nuovi prodotti e diversificando ulteriormente l’offerta. Il disciplinare del Trentodoc prevede tempi di permanenza sui lieviti più o meno lunghi (minimo 15 mesi per un millesimato e 36 mesi per una riserva) rendendo necessari quindi grandi spazi per il riposo dei prodotti sui lieviti.

Dal 2015, per poter avere un aumento graduale della produzione, Antonio decide di prendere in affitto un magazzino di stoccaggio in zona interporto di Trento. Producendo metodo classico con lunghe permanenze sui lieviti lo spazio del maso non è più sufficiente.

E’ in quest’ottica che nasce la necessità di costruire un magazzino di lavorazione/produzione/stoccaggio adiacente il maso per poter avere tutta la produzione in un unico ambiente, per il quale i lavori sono cominciati nell’inverno del 2017.

Grazie al Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 della Provincia Autonoma di Trento, e all’Operazione 4.2.1 “Sostegno a investimenti a favore della trasformazione/commercializzazione e/o dello sviluppo dei prodotti agricoli” che contribuisce a raggiungere gli obiettivi della focus area 3A “Migliorare l’integrazione dei produttori primari nella filiera agroalimentare attraverso i regimi di qualità, la promozione dei prodotti nei mercati locali, le filiere corte, le associazioni di produttori e le organizzazioni interprofessionali” è stato possibile realizzare questo grande ed importante progetto, diminuendo i costi destinati all’affitto del magazzino esterno e al trasporto delle bottiglie, alla manodopera necessaria ai continui spostamenti tra la sede produttiva del maso e il magazzino di stoccaggio e la possibilità di ottenere inoltre dei vantaggi di sostenibilità ambientale diminuendo notevolmente il trasporto su ruota.

Lo spazio ci permetterà , tra l’altro, di usufruire dei servizi di sboccatura meccanica, con l’ausilio della linea di aziende terze specializzate, potendo così gestire internamente tutti i passaggi della filiera produttiva, dalla vendemmia alla messa in commercio del prodotto finito ottenendo una diminuzione dei costi di manodopera necessaria a eseguire le operazioni manualmente , un aumento qualitativo del prodotto e una ottimale gestione del personale aziendale.

Spesa ammessa al contributo Euro 449.141,00

Contributo concesso (40%) Euro 179.656,40 di cui quota FEASR Euro 77.216,32, quota STATO Euro 71.708,06 e quota P.A.T. Euro 30.732,02

Per maggiori informazioni sulle opportunità di finanziamento visitare il sito del PSR www.psr.provincia.tn.it  e della Commissione europea dedicato al FEASR https://ec.europa.eu/agriculture/rural-development-2014-2020_it

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