Intervista DOC-PIA n.2 – L’Istituto Trento D.O.C. e Maso Martis Trentodoc Brut. Continua il viaggio di scoperta dei prodotti Maso Martis: i VINI BIANCHI Trentino DOC, i VINI DA MEDITAZIONE, e i TRENTODOC.
Al metodo classico, l’azienda agricola biologica sul Monte Calisio (a Martignano – vicino a Trento) dedica 45.000 delle 60.000 bottiglie prodotte annualmente. Antonio e Roberta ci raccontano Maso Martis Trentodoc Brut e il loro legame con il metodo classico ideato da Giulio Ferrari, e formalizzato all’interno del Disciplinare dell’Istituto Trento D.O.C..
La penna di Madame Martis torna a scrivere: dopo la prima intervista DOC-PIA, dedicata al TRENTINO DOC CHARDONNAY (non hai avuto modo di leggerla? Scopri tutto qui), oggi interrogo Antonio e Roberta su Maso Martis Trentodoc Brut. Prima di mettere sotto esame il cuore pulsante di Maso Martis – mi concedo una breve parentesi sull’Istituto Trento D.O.C., al quale la nostra azienda agricola biologica a Trento appartiene insieme ad altre 39 rinomate case spumantistiche in Trentino.
Perché la scelta di abbracciare il metodo classico TRENTODOC?
“Il TRENTODOC è il vino che amiamo, nel quale crediamo, sul quale investiamo le nostre energie. E’ il vino che per noi meglio rappresenta il terroir del Trentino. E’ una missione che teniamo sempre viva, che perseguiamo con amore e costanza” mi rispondono in coro, Antonio e Roberta.
Come nasce tutto: Il metodo classico TRENDODOC
Nasce nel 1902, da un intuizione di Giulio Ferrari. Il metodo classico, oggi formalizzato in un rigido disciplinare, si basa sui seguenti punti cardine: territorio di produzione esclusivamente trentino, uve di base selezionate, rifermentazione in bottiglia, contatto con i lieviti molto prolungato (non inferiore ai 24 mesi), remuage. Nel 1993 consegue – secondo solo allo Champagne – il riconoscimento D.O.C.
Per tutelare il metodo di produzione volto alla costante ricerca dell’eccellenza, su richiesta dei produttori, nel 1984 viene fondato l’Istituto Trento D.O.C., ente garante della qualità del prodotto finale. Non solo, negli anni vengono istituiti Palazzo Roccabruna – l’Enoteca provinciale del Trentino dove è possibile degustare tutte le etichette Trentodoc e la Fondazione Mach, importante istituzione che si occupa di ricerca e formazione… ma questa è un’altra storia, o meglio, un’altra Intervista DOC-PIA 😉
Intervista DOC-PIA su Maso Martis Trentodoc Brut (per la scheda tecnica – si veda qui)
Come nasce questo metodo classico?
Antonio: E’ il primo nato, il nostro primo biglietto da visita nel mondo delle bollicine. E’ la nostra prima cuvèe al 70% chardonnay e al 30 % Pinot Nero. Una permanenza sui lieviti di 24 mesi, sboccatura manuale, 6-7 gr/l. di zuccheri aggiunti.
Roberta: Eravamo giovanissimi, e ancora fidanzati, quando abbiamo incantinato la prima base spumante nel 1990. Poi nel 1993, anno in cui fu riconosciuta la doc Trento, ci presentammo con la nostra prima etichetta… qualcuno se la ricorda??!!!
Il momento più emozionante legato alla storia di Maso Martis Trentodoc Brut?
Antonio: La prima vendemmia in assoluto, la paura di sbagliare, la prima sboccatura, la prima liqueur d’espedition… una conquista , oggi una gran soddisfazione!
Roberta: La filtrazione della feccia fatta a mano con i sacchi di juta, giorno e notte, e si dormiva in cantina con il sacco a pelo…ne è passato di tempo!
Se Maso Martis Trentodoc Brut fosse una persona, sarebbe…
Antonio: Una giovane ragazza
Roberta: Un ragazzo simpatico ed effervescente! Tutto fuor che brutto..:-)!
A chi lo consigliereste e per quale occasione?
Antonio: a tutti come ottimo aperitivo
Roberta: C’è sempre una buona occasione per bere una buona bollicina di montagna!
Chi ha scelto l’etichetta? Ci racconti il suo significato?
Antonio:E’ stata la prima e quindi ci abbiamo lavorato a più mani… Devo dire che guardandola oggi.. avevamo già allora una buona linea grafica. Alla fine l’ultima parola spetta sempre a Roberta .. ma devo dire che ha fatto un’ottimo lavoro!
Roberta:Non è stato facile , direi quasi un parto. Abbiamo comunque scelto una linea pulita , bianco e nero i primi elementi. Eleganza e semplicità dovevano essere lo specchio del contenuto… poi nel tempo ci sono state varie evoluzioni, dal colore al paglierino chiaro. Oggi siamo su uno stile “moderno” e pulito. Grigio chiaro e scuro e un carattere pulito. Mi piace!
Se Maso Martis Trentodoc Brut fosse un parente sarebbe…
Antonio: una figlia
Roberta: il mio primogenito maschio 🙂
Quando degusti Maso Martis Trentodoc Brut senti…
Antonio: La freschezza e i profumi dello chardonnay
Roberta: semplicità di aromi e profumi. La tipicità varietale dello chardonnay è molto più spiccata
Consigli pratici
… dopo l’acquisto, come va conservato in casa?
Coricate al buio a tempera costante tra 10>14°. Dalla sboccatura sarebbe bene consumare il prodotto nei due anni successivi, ma prodotti di grande struttura possono raccontare ancora molto di se anche dopo.
… le fasi per la degustazione ottimale?
Va servito ad una temperatura di 8-10° in una flute abbastanza ampia, a tavola è bene l’uso della glasset per mantenere la temperatura, per una beva piacevole e fresca.
Un menu – con il Maso Martis Trentodoc Brut :
Aperitivo: Finger food vari
Primo: Per stare in stagione un bel risotto con le zucchine e fiori di zucca croccanti
Secondo: Filettini di pollo scaloppati con finferli e trentodoc.
Vi ricordiamo che potete visitare l’azienda Agricola Maso Martis quando volete (secondo i seguenti orari:dal Lunedì al Venerdì 8.30-12.30 / 14.00-18.00 – Sabato e festivi solo su appuntamento ), sperimentare la degustazione guidata e usufruire di speciali sconti con laTRENTINO GUEST CARD!
A presto,
vostra Madame Martis
giornalista DOC-PIA